mercoledì 31 marzo 2010

Tramonto di Stuto

"Tramonto"
Magia di un pomeriggio
radioso di sole
aureola di nubi
al mio avanzare
onda
nell'onda
pioggia arcobaleno

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martedì 30 marzo 2010

Vento da ovest


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mi portò
verso quel piccolo universo
infinito
di perle vestito
che un dì
pace mi donò.



Silenzioso
venne a bussare
portando
sereno nell'animo mio.

Niente nuvole
sotto
quel cielo,
perchè il vento non stanca mai...

Cammino
in salita
verso la deserta collina,
poi
seduta
sotto il nostro albero
secolare
guardando in direzione mare
aspetto il sole
tramontare.

Dolce è sentire,
la man tua quando si posa
sulla fronte mia.

Arriva anche la dolce luna,
porta
una tempesta di stelle
nella notte buia.

Musa ispiratrice,
donna vera
dal
nome comune
e dal cuore unico.




Grazie di far parte dei giorni miei...

Alexia

lunedì 29 marzo 2010

Vorrei altri Natali

Un'altra poesia di Paola,spero che vi piaccia
a me è piaciuta tanto......


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Vorrei altri Natali:
sognare che domani,sotto l'albero,
ci sarà quella bambola:la mia "Bionda";
accarezzare quella pecorella
e ridere del suo tremulo belato;
salire su quell'asinello a dondolo

e farne il mio indomito destriero;
rimanere incantata per ore
di fronte a quel magico presepe
per me costruito con infinito amore:
spostare la pastorella,
avvicinare il vecchio alla capanna,
muovere i cigni del laghetto....
sentirmi inginocchiata vicino al Bambinello.

Vorrei altri Natali,
e il cuore di una bimba,
serena, giocosa, colma di felicità.
Abbracciare chi per me
dava la vita e spiava,
negli occhi miei, la gioia.

Vorrei altri Natali:
indossare quel maglioncino coi leprotti
da dolci mani di mamma ricamato,
e vivere ancora
la magica atmosfera
di lontane e indimenticabili giornate,
con chi, da anni,
non è più con me.

Paola

domenica 28 marzo 2010

Poesia di Alexia

Con questa poesia Alexia ha partecipato al 1°concorso di poesie di Ermes.....
Per me era delle delle migliori,e penso che sia valsa la pena di partecipare.Alexia scrive delle belle poesie che vi consiglio di leggere andano sul suo blog.....



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Piccola Fede
vedi solo ciò che è in te,
volgi il tuo sguardo più in là
c'è sorella Carità,
altruista
riversa il suo Amore
incondizionato
sull'Umanità.
Oh tu Speranza mia,
che delle tre sorelle
maggiormente saggia sei,
fai pace con la ragione
che frena la tua voglia di farmi volare
impedendomi di sognare.

sabato 27 marzo 2010

Ultima Dea


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Giunge alfine, ultima Dea
ed è di azzurro vestita
Madre consolatrice
di chi, deluso, amareggiato
è prigioniero di un baratro infinito
Parla, e la sua voce è canto
è melodia per chi null'altro aspetta
Carezza menti sconvolte
mostrando orizzonti sereni
E' l'ultima svolta
prima di ogni abbandono
A lei si volge il cuore
che tutto ha perduto nella vita
E' l'aurora dei sogni tramontati
il balsamo di ferite ripetute
la luce dopo il buio
il sollievo dopo il dolore
è risveglio, ristoro, conforto
E' la Speranza che mai deve morire.

venerdì 26 marzo 2010

Evoluzione di Stuto

"Evoluzione"
Animali marini
essere umani
tutti gemelli
un tempo
oggi i primi
vivono nell'acquario
per i secondi
il sudario
è(già)in prova


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giovedì 25 marzo 2010

Pioggia di Stuto

"Pioggia"

Acqua sui tetti
uccelli dai tetti
foglie sui viali
spoglie mortali
immortali voglie


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mercoledì 24 marzo 2010

La promessa del giorno di A.Stuto

"La promessa del giorno"
La tempesta dell'anima
è in agguato
ma noi non coglieremo la sua sfida
nell'ora del riposo
sognerò del nostro presente
e del tuo futuro
forse al risveglio vedrò
tutto più chiaro



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martedì 23 marzo 2010

Firenze di Stuto

"Firenze"

Prato fiorito
d'arte
in cui l'anima
si distende
e la mente

lunedì 22 marzo 2010

Se muoio sopravvivimi di Neruda


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Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
che tu risvegli la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud alza i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
Non voglio che vacillino il tuo riso nè i tuoi passi,
non voglio che muoia la mia eredità di gioia,
non bussare al mio petto,sono assente.
Vivi nella mia assenza come in una casa.
E' una casa sì grande l'assenza
che entrerai in essa attraverso i muri
e appenderai i quadri nell'aria.
E' una casa sì trasparente l'assenza
che senza vita io ti vedrò vivere
e se soffri,amor mio,morirò nuovamente.

domenica 21 marzo 2010

Confusione di Stuto

"Confusione"
La mia mente
è carta assorbente
macchie-pensieri
si dilatano
fondono
confondono
al grigio totale
cielo
che spiove
sugli alberi e le case


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Il più prolifico dei Serial Killer


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Ottobre 2000
Robert Yates Jr,padre di 5 figli,pilota militare decorato per i servigi resi alla nazione,membro della Guardia Nazionale,viene dichiarato colpevole di 15 omicidi e sospettato di altri 18.
E' il più prolifico serial killer mai condannato nello stato di Washington.
Nato in una famiglia apparentemente normale,circondato dall'affetto e dal sostegno dei genitori,Yates si rivela un bimbo ubbidiente,uno studente attento,un ottimo sportivo,inserito nella squadra di football della high school che frequenta.
Ha una grande passione,che coltiva non appena si rende economicamente indipendente:le auto.
Ama pulire e lucidare la Corvette bianca che possiede,con la quale attraversa lentamente il quartiere a luci rosse della sua città:qui individua e uccide almeno 8 delle 15 vittime che gli vengono attribuite;quasi tutte le donne uccise hanno alle spalle una storia di droga e prostituzione.
Il primo cadavere viene ritrovato il 22 febbraio del 1990.
La vittima è stata uccisa con un colpo alla testa.Per 10 anni si susseguono omicidi con caratteristiche simili.
Dopo un'estenuante lavoro di investigazione che coinvolge le forze dell'ordine di numerosi stati americani,Yates viene identificato e arrestato.Accusato dell'omicidio di 10 donne nella zona di Spokane tra il 1996 e il 1998,di 2 delitti avvenuti nel 1975 a Walla Walla,Washington,e della morte di un'altra vittima,il cui corpo viene rinvenuto nella contea di Skagit nel 1998,Robert Yates viene condannato a 408 anni di carcere.
Prima dell'inizio del processo,i familiari sottoscrivono una dichiarazione:"Bobby è un figlio amorevole,attento e sensibile,un fratello simpatico e disponibile,un padre comprensibile,generoso e dedito alla famiglia,a cui piace giocare a football,pescare e andare in campeggio con i figli.
Noi ci sentiamo profondamente affranti per le famiglie che hanno subito una perdita.Chiediamo che tutti i giudizi siano sospesi fino a che il giusto percorso della legge non sia terminato!Firmato:i membri della famiglia di R.Yates.
Ma il suo debito con la giustizia non è ancora stato saldato,perché dal carcere di Pierce,Yates viene trasferito a Tacoma dove gli viene contestata un'altra imputazione:si ritiene sia responsabile del duplice omicidio di Connie La-Fontaine Ellis e Melinda Mercer.
L'accusa,avanzata dal procuratore durante il dibattimento,è terribile:"Yates aveva un hobby diabolico.Uccideva per il piacere del brivido e perché amava poi avere rapporti sessuali con i cadaveri."
Il processo dura meno di 2 mesi.La giuria stabilisce per Yates la pena di morte per l'omicidio aggravato di Connie e Melinda.
Nell'ascoltare la sentenza,l'uomo,con lo sguardo basso,afferma:"Mi piacerebbe ringraziare la corte per la disponibilità accordatami e la professionalità mostrata".Lo fa con l'ultima dichiarazione,letta in aula.

Ho preparato questa dichiarazione così da non lasciare nulla nel mio cuore che debba essere detto.A tutte le famiglie delle vittime,alla mia famiglia e alla società,alle famiglie di Melinda e Connie,lo so che state soffrendo molto.Non ho parole per confortarvi,per spiegare,giustificare o attenuare tutto il male ,la sofferenza,la perdita e la morte che ho causato.
Alcune cose non possono essere essere comprese con linguaggio umano.Il mondo è un luogo spaventoso,e io l'ho reso per molti ancora più terribile.Ho causato molta sofferenza e devastazione.Centinaia di persone sono state ferite e sono addolorate a causa dei miei gesti.Ho lasciato che il peccato entrasse nella mia vita.Ho lasciato che crescesse e maturasse in me fino alle estreme conseguenze:la morte.La ricompensa per il peccato porta alla morte.Il peccato e la trasgressione possono avere inizio impercettibile,ma se lasciati senza controllo,maturano in qualcosa di orribile.Credo che il peccato ci accechi.Io sono rimasto accecato.Con il peccato dentro non avevo il potere di sconfiggere questa mia natura malvagia.
C'erano momenti-lunghi periodi-in cui mi trovavo fra crimini raccapriccianti e c'erano momenti di relativa calma:non accadeva niente di male.Ma quella natura peccaminosa,che ha causato così tanta violenza,non mi ha mai veramente lasciato.La Bibbia dice che il cuore è infido sopra ogni altra cosa e non vi è rimedio;chi può capirlo?I nostri cuori possono ingannarci oltre qualsiasi nostra capacità di comprendere,e sicuramente il mio lo poteva.Da qualche parte,fra tutta questa devastazione,Dio bussava alla porta del mio cuore,ma non lo potevo accogliere dentro di me.................................................................................................

Robert Yates,si trova oggi nel braccio della morte,in attesa dell'esecuzione.


Le mie conclusioni a questa storia sono tante domande senza risposta:
Possibile che nessun familiare abbia mai notato nulla?
Possibile che quest'essere sia sempre ritornato a casa con i vestiti lindi e puliti?
Possibile che quest'uomo,dopo aver ucciso tanti innocenti senza nessun rimorso,nessun dubbio che il suo comportamento fosse sbagliato,in carcere solo leggendo la Bibbia abbia capito che aveva commesso delle atrocità?
Mi spiace ma io no credo che nessuno non si sia mai reso conto di nulla e che una semplice lettura di testi sacri ti faccia capire che sei semplicemente un MOSTRO e nient'altro e che la pena di morte è la cosa che più merita al mondo!
Lu

sabato 20 marzo 2010

La bambina dei fiammiferi


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C'era un freddo terribile,nevicava e cominciava a diventare buio;ed era la sera dell'ultimo dell'anno.Nel buio e nel freddo,una povera bambina,scalza e a capo scoperto,camminava per la strada;aveva le ciabatte quando era uscita da casa,ma a che cosa le sarebbero servite?Erano troppo grandi per lei,tanto grandi che negli ultimi tempi le aveva usate la mamma.E ora la piccola le aveva perdute subito,quando due carri che passavano a forte velocità l'avevano costretta ad attraversare la strada di corsa.Una ciabatta non riuscì più a trovarla,e l'altra se la prese un ragazzo,dicendo che l'avrebbe usata come culla quando avesse avuto dei figli.
Ora la bambina camminava scalza,e i suoi piedini nudi erano viola per il freddo;in un vecchio grembiule aveva una gran quantità di fiammiferi e ne teneva un mazzetto in mano.
Per tutto il giorno non era riuscita a vendere nulla e nessuno le aveva dato neppure una monetina;era lì affamata ed infreddolita,e tanto avvilita,poverina!
I fiocchi di neve si posavano tra i lunghi capelli dorati che si arricciavano graziosamente sul collo, ma lei a questo non pensava davvero.Le luci brillavano dietro ogni finestra e per la strada si spandeva un delizioso profumino di oca arrosto:era la sera dell'ultimo dell'anno,e proprio a questo lei pensva.A un angolo della strada formato da 2 case,una più sporgente dell'altra,sedette e si rannicchiò,tirando a sè le gambette,ma aveva ancora più freddo e non osava tornare a casa.Temeva che suo padre l'avrebbe picchiata,perchè non aveva venduto nessun fiammifero e non aveva neppure un soldo.E poi faceva così freddo anche a casa!Avevano solo il tetto sopra di loro e il vento penetrava tra le fessure,anche se avevano cercato di chiuderle con paglia e stracci.
Le manine si erano quasi congelate per il freddo.Ah!Forse un fiammifero sarebbe servito a qualcosa.Doveva solo sfilarne uno dal mazzetto e sfregarlo contro il muro per scaldarsi un pò le dita.
Ne prese uno,e "ritsch",contro il muro.Come scintillava!Come ardeva!Era una fiamma calda e chiara e sembrava una piccola candela quando lo circondava con le manine.Che strana luce!La bambina credette di trovarsi seduta davanti ad una stufa con i pomelli d'ottone e il fuoco bruciava e scaldava così bene!No,che succede?Stava già allungando i piedini per scaldare un pò anche quelli,quando la fiamma scomparve.E con la fiamma anche la stufa.
E si ritrovò seduta per terra,con un pezzetto di fiammifero bruciato tra le mani.
Subito ne sfregò un altro,che illuminò il muro rendendolo trasparente come un velo.Così potè vedere nella stanza una bella tavola imbandita,con una tovaglia bianca e vasellame di porcellana e un'oca arrosto fumante,ripiena di prugne e di mele!All'improvviso l'oca saltò giù dal vassoio e si trascinò sul pavimento,già con la forchetta e il coltello infilzati nel dorso,proprio verso la bambina:ma in quell'istante il fiammifero si spense e davanti alla bambina rimase solo il muro freddo.Allora ne accese un altro.E si trovò ai piedi del più bello degli alberi di Natale.Era ancora più grande e decorato di quelo che aveva visto l'anno prima attraverso la vetrina del ricco droghiere;migliaia di candele ardevano sui rami verdi e figure variopinte pendevano dall'albero,proprio come quelle che decoravano le vetrine dei negozi.Sembrava guardassero verso di lei:la bambina sollevò le manine per salutarle,ma il fiammifero si spense.Le innumerevoli candele dell'albero di Natale salirono sempre più in alto fino a diventare le chiare stelle del cielo;poi una di loro cadde,formando nel buio della notte una lunga striscia di fuoco"ora muore qualcuno"disse la bambina,perchè la sua vecchia nonna,l'unica che era stata buona con lei,ma che ora era morta,le aveva detto:"quando cade una stella,allora un'anima va al Signore".Accese un altro fiammifero che illiminò tutt'intorno,e in quel chiarore la bambina vide la nonna,lucente e dolce!"nonna!"gridò"prendimi con te!So che tu scomparirai quando il fiammifero si spegne;scomparirai com'è scomparsa la stufa,l'oca arrosto,l'albero di Natale!".E accese tutti gli altri fiammiferi che aveva ne mazzettto ,perchè voleva mantenere la visione della nonna;e i fiammiferi arsero con un tale splendore che era più chiaro che di giorno.
La nonna non era mai stata così bella,così grande.Trasse a se la bambina e la tenne in braccio;insieme si innalzarono sempre più nel chiarore e nella gioia.Ora non c'era più nè freddo ne fame,nè paura:si trovavano presso Dio.
La bambina venne trovata il mattino dopo in quell'angolo della strada,con le guance rosse e il sorriso sulle labbra.Era morta,morta di freddo l'ultima sera del vecchio anno.
l'anno nuovo ,avanzava sul suo piccolo corpicino,circondato dai fiammierimezzo bruciacchiati.
"ha voluto scaldarsi"commentò qualcuno,ma nessuno potevasapere le belle cose che lei aveva visto,nè in quale chiarore era entrata con la sua vecchia nonna,nella gioia dell'anno nuovo!

Perplessità di Stuto

"Perplessità"
Essere
divenire
o sostare
nell'illusione dell'esistenza
stanza
senza finestre
che riflette sè stessa


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venerdì 19 marzo 2010

Melodia di Natale


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Un suono,
lontano,
giunge al mio cuore solitario.

Un piffero di pastore
zufola delicato
nell'aria velata d'inverno
e una dolce melodia
riscalda l'anima mia
in questo nuovo Natale.
Tu, il mio pastore,
da tempo sognato,
inventi per me
una soave melodia

Il suono, armonioso, m'avvolge
ed è un cielo sempre azzurro;
tènere le sue note,
come tèneri sono i baci;
è una sublime canzone,
fatta di dolci promesse;
ed è un Natale diverso
che mai potrò scordare.


di Paola

Jessica di Stuto

"Jessica"
Occhi chiari
capelli neri
dal volto traspare
l'intima dolcezza
che la timidezza
esalta
ispirando empatia

giovedì 18 marzo 2010

Vanità


Vanità
d'inseguire chimere perdute
su ali di farfalla
svanite nel nulla,
dimenticate.

Vivere di strane apparenze,
di sapori dolciastri,
di languidi odori
esalanti veleno.

Morire nel sogno vano
di falsi amori...
lasciarsi inghiottire
da specchi mendaci...
bearsi di lodi
e crederle vere..
inutilmente rapiti
da vane illusioni.

Poesia del 1974- "Vanità" dipinto nel 2004

di Paola

mercoledì 17 marzo 2010

La" Speranza" di Nunzia

Buona giornata a tutti
ho il piacere di postare la poesia di Nunzia/Zula73con la quale ha partecipato al 1°Concorso di Poesie di Ermes......
E' un'inno dedicato alla speranza



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Speranza
un seme che cresce nel terreno
e diventerà un albero

Speranza
una goccia d'acqua che scende dal cielo
e disseterà la terra riarsa

Speranza
una scintilla nel buio
e illuminerà l'oscura notte

Speranza
un bimbo che sorride
e diventerà un uomo giusto

Bella vero?Direi che Nunzia può ritenersi soddisfatta del successo e di tutti i complimenti che le sono stati attribuiti....

martedì 16 marzo 2010

Neve


Danza, lenta,
come cosa dimenticata,
come lasciata andare,
lontano,
non importa dove:
*
forse a coprire cose passate,
amori sepolti e dal tempo inceneriti;
*
forse a invecchiare il mondo vivente
per rinnovarlo poi,
al suo improvviso e armonioso scomparire.
*
Danza, e non ha musica!
eppure è melodia,
senza note,
né suoni...
melodia di arpe silenziose
suonate da angeliche ali.
*
Ed è neve,
bianca,
mantello soave di zucchero filato,
per qualcosa che vive e vuole riposo.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Poesia del 23 Aprile 1976
scritta da Paola

lunedì 15 marzo 2010

Occhi di bimbo


Occhi di bimbo,
neri,
profondi di tenebre sconosciute...

Occhi di bimbo
innocenti,
che inseguono sogni lontani.

Occhi di bimbo,
dolci,
teneri come fiori
dal vento appena sfiorati...

una goccia di rugiada
li fa brillare....

Luce di intensi colori
illumina il caro viso,
nel sogno di carezze perdute e da poco ritrovate.

Poesia di Paola


Poesia Novembre 1971-
Disegno Maggio 2008

domenica 14 marzo 2010

per Stella


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Lucente come stella,
all'improvviso,
un giorno sul mio "mondo" s'è affacciata.

Niente è più gradito
di quel che non ti aspetti...

Tenera, sorridente, con dolcezza,
la porta del cuor suo m'ha spalancato.

Pareti colorate ha la sua casa,
e fiori, e amici e splendida armonia.

Potrei restarvi per giornate intere
certa di un'accoglienza calorosa.

Ciao, piccola Stella,
brilla ancora...
brilla per noi
in questo "mondo"che,
pur se virtuale,
d' amor profuma e dà serenità.

di Paola

sabato 13 marzo 2010

L'angelo di Andersen

Questa è una favola tratta dal libro di Andersen...ve la racconto,mettetevi comodi......


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Ogni volta che un bambino buono muore,scende sulla terra un angelo del Signore,prende il braccio il bambino morto,allarga le grandi ali bianche e vola in tutti i posti che il bambino ha amato,poi coglie una manciata di fiori,che porta a Dio,affinchè essi fioriscano ancora più belli che sulla terra.
Il buon Dio tiene i fiori sul suo cuore,ma a quello che ha più caro di tutti da un bacio,e questo riceve la voce e può cantare col coro dei beati.
Tutto questo veniva raccontato da un angelo del Signore ,mentre portava un bambino morto in cielo,e il bambino lo sentiva come in un sogno;e volavano per la casa,nei luoghi dove il bambino aveva giocato,e poi nei deliziosi giardini pieni di fiori bellissimi.
"quale dobbiamo prendere da piantare in cielo?"chiese l'angelo.
Nel giardino si trovava un alto roseto,ma un uomo cattivo aveva spezzato il fusto ,così tuti i rami,pieni di grandi gemme sbocciate a metà,si erano piegati e appassivano.
"povera pianta"disse il bambimo"prendi quella ,così potrà fiorire presso Dio!"
E l'angelo raccolse quella pianta,e diede un bacio al bambino,così egli aprì un po gli occhietti.Colsero quei magnifici fiori,ma presero anche la disprezzata calendula e la selvatica viola del pensiero.
"adesso abbiamo i fiori!"disse il bambino,e l'angelo annuì,ma ancora non volarono verso Dio.Era notte e c'era silenzio;rimasero nella grande città e volarono in una delle strade più strette,dove si trovava un mucchio di paglia,cenere e spazzatura:c'era stato un trasloco;dappertutto c'erano pezzi di piatti,schegge di gesso,cenci e vecchi cappelli sgualciti,tutte cose molto brutte.
E l'angelo indicò,in tutta quella confusione,alcuni cocci di un vaso di fiori;li vicino c'era una zolla di terra che era caduta fuori dal vaso,ma che era rimasta compatta a causa delle radici di un grande fiore di campo appassito,che non valeva più nulla e per questo era stato gettato.
"portiamolo con noi!"disse l'angelo"poi ,mentre voliamo,ti racconterò perchè"
E così volarono e l'angelo raccontò:
"laggiù in quella starda stretta,in un seminterrato,viveva un povero ragazzo ammalato,fin da piccolo era rimasto sempre a letto,quando proprio si sentiva bene poteva camminare per la stanza con le stampelle,ma non poteva fare altro.In certi giorni d'estate i raggi del sole arrivavano per mezz'ora nella stanzetta del seminterrato,allora il ragazzino si metteva seduto a sentire il caldo sole su di lui e guardava il sangue rosso che scorreva nelle sue dita sottili,che teneva davanti al viso;in quei giorni si poteva dire"oggi il piccolo è uscito!"Conosceva il verde primaverile del bosco solo perchè il figlio del vicino gli portava il primo ramo di faggio con le foglie e se lo alzavano sul capo e sognava di trovarsi sotto i faggi col sole che splendeva e gli uccelli che cantavano.
Un giorno di primavera il figlio del vicino gli portò anche dei fiori di campo,e tra questi c'era per caso uno ancora con le radici,perciò fu piantato in un vaso e messo sulla finestra vicino al letto.Il fiore piantato da una mano amorevole,crebbe,mise nuovi germogli e ogni anno fiorì.
Questo divenne il giardino meraviglioso del ragazzo malato,perchè fioriva per lui,per lui emanava il suo profumo e gli rallegrava la vista,e quando il Sigmore chiamò il ragazzo,egli si volse,morendo ,verso quel fiore.
Da un anno è ormai presso Dio e per 1 anno intero il fiore è rimasto abbandonato sulla finestra ed è appassito.Per questo è stato gettato tra la spazzatura durante il trasloco.E proprio quel fiore ,quel povero fiore appassito noi l'abbiamo messo nel nostro mazzo,perchè quel fiore ha portato più gioia che non il il più bel fiore del giardino reale".
"ma come sai tutte queste cose?"domandò il bambino che l'angelo portava in cielo.
"lo so,perchè ero io stesso quel povero ragazzo malato che camminava con le stampelle!"spiegò l'angelo"e conosco bene il mio fiore!"
Il bambino spalancò gli occhi e guardò il viso bello dell'angelo;in quel momento giunsero in cielo,dove c'era gioia e beatitudine:Dio strinse al cuore il bambino morto e subito gli spuntarono le ali,come all'altro angelo,e insieme volarono via tenendosi per mano.Dio strinse al cuore il mazzetto di fiori e baciò quel povero fiore di campo appassito,che subito ebbe voce e cantò con tutti gli angeli che volavano intorno a Dio;alcuni vicinissimi,altri in grandi cerchi intorno a lui,e altri felici.E tutti cantavano,piccoli e grandi,anche il bambino buono e bendetto e quel povero fiore di campo che era appassito ed era stato gettato nella via stretta e buia,tra la spazzatura di un trasloco.

Spero vi sia piaciuta
E' una favola non tanto nota,ma penso bella e piena di speranza!
LU

Settembre di Alfio Stuto


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Giornata autunnale
piovosa di foglie
tra le spoglie maglie
spettrali
curiosi bambini
con le ali
si tuffano nell'aria
fiduciosi

Pergolato di Alfio Stuto


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Fogliose nuvole
che il sole trascolora
ombroso rifugio
alla calura
da cui spiovono
chicchi momenti
grappoli di vita

di Alfio Stuto

Ho fame della tua bocca di Neruda


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Ho fame della tua bocca,della tua voce,dei tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi,silenzioso,
non mi sostiene il pane,l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti,cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratue.

di Pablo Neruda

venerdì 12 marzo 2010

Primo caso italiano:Luigi Chiatti,il Mostro di Foligno

Voglio iniziare a raccontarvi dei vari serial killer della storia mondiale.
Questa sera,non andremo lontano,resteremo nel nostro territorio:l'Italia.
Ho scelto lui "Il mostro di Foligno:Luigi Chiatti".


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Il 4 Ottobre 1992, Simone Allegretti, un bimbo di 4 anni e mezzo di Casale, un paesino vicino a Foligno, scomparve da casa.Venne cercato per giorni, ma senza risultato.
Scartata l'ipotesi di un rapimento ai fini dell'estorsione, a causa delle modeste condizioni economiche della famiglia, si fece strada l'idea che il bimbo fosse rimasto vittima di qualche maniaco.
I giornali ipotizzarono immediatamente l'esistenza di un Mostro.
Pochi giorni dopo la scomparsa del bimbo, un agente immobiliare Stefano Spilotros, si costituì dichiarandosi autore dell'omicidio. Mentre Spilotros era ancora sotto indagine, in una cabina telefonica di Foligno venne rinvenuto il seguente messaggio, anonimo e senza data, scritto con un normografo su un foglio di carta quadrettata:Aiuto, aiutatemi per favore!! Il 4 ottobre ho commesso un omicidio.Sono pentito ora, anche se non mi fermerò qui.Il corpo di Simone si trova vicino alla strada che collega Casale e Scopoli. E' nudo e non ha l'orologio con il cinturino nero e il quadrante bianco.PS: non cercate le impronte sul foglio, non sono stupido fino a questo punto. Ho usato dei guanti.Saluti al prossimo omicidio,Il Mostro.

Nel luogo indicato, nascosto in mezzo ai rifiuti, venne ritrovato il corpo del bambino. Morto per strozzamento, il piccolo aveva una ferita da coltello sul collo, molte contusioni, ma non aveva subito nessuna violenza carnale. Gli abiti erano sparsi attorno al corpo.Le indagini si intensificarono nei giorni seguenti, ma la polizia brancolava ancora nel buio.

Si giunse così al 7 agosto 1993, quando scomparve da casa Lorenzo Paolucci, un ragazzo di 13 anni. La nonna dichiarò che il giovane mancava da casa da circa 3 ore.La polizia si mise subito in movimento, vennero organizzate squadre di volontari per esplorare i dintorni.
Tra i volontari figurava anche Luigi Chiatti, un giovane Geometra di 23 anni, al momento disoccupato, che aiutò il nonno della vittima nelle ricerche.
Durante il tragitto, il serial killer ne approfittò per sbarazzarsi di alcune buste di plastica, all'interno delle quali, in seguito, verranno rinvenuti dei vestiti sporchi di sangue e la foto del piccolo Simone Allegretti, trafugata quattro mesi prima dal cimitero.
Il cadavere di Lorenzo venne in breve ritrovato, proprio dal nonno, vicino al ciglio di una strada. Evidenti scie di sangue fresco e tracce di trascinamento del corpo conducevano proprio ad una finestra dell'abitazione di Luigi Chiatti.
La polizia fece irruzione in casa: il pavimento del salone sembrava esser stato lavato in maniera grossolana, si intravedevano macchie di sangue; tracce ematiche erano presenti sul muro, su di un davanzale e sul prato davanti l'abitazione. Nella cucina venne trovato un secchio di plastica contenente uno strofinaccio ancora umido e uno spazzolone con il manico di legno. Il tutto venne sequestrato, insieme ad un orologio al quarzo rinvenuto lungo il percorso esterno della casa segnato dalle tracce.
Chiatti venne invitato a seguire gli agenti.Quando giunse in caserma, indossava dei jeans che presentavano macchie ed aloni (probabilmente causati da sangue).
Tutti i suoi indumenti vennero sequestrati, sulla cute si notavano alcuni segni, in particolare sulla schiena vi erano cinque ferite lineari e parallele.
I genitori del piccolo Lorenzo confermarono che l'orologio ritrovato era quello del figlio.
Luigi Chiatti venne arrestato con l'accusa di omicidio a danno di Lorenzo Paolucci e Simone Allegretti.
L'8 agosto 1993, il giorno dopo il ritrovamento il corpo di Lorenzo, Chiatti confermò al magistrato che lo interrogava di essere l'omicida.Nei corridoi del commissariato, appena catturato, Chiatti ripeteva una specie di filastrocca ossessiva: "non sono stato io, io sono un bravo boy scout".
La psichiatra che lo ebbe in analisi durante il processo formulò una diagnosi di marginalità e di iposocializzazione.Secondo la dottoressa, Chiatti denotava un "io" debole, e una certa anaffettività, uno scarso controllo degli impulsi e dispersione dell'identità, tuttavia si orientò verso un disturbo della personalità borderline, suscitando nei periti processuali una serie di dissensi.
Due sentenze,due diverse conclusioni.
Corte d'assise di Perugia,27 febbraio 1995:
....in definitiva ritiene la Corte che al momento dei due delitti in Chiattti erano integre le sue capacità di cognizione,progettazione,previsione,decisione,esecuzione e giudizio delle proprie azioni. vale sostenere che le modalità con cui sono iniziate le azioni omicide sono frutto di una perdita temporanea della capacità di intendere e di volere.

L'11 aprile del 1996,giunge la sentenza di secondo grado,pronunciata dalla corte d'assise d'appello di Perugia.
In contrasto con la prima sentenza,si afferma che Luigi Chiatti era,al momento di commettere i delitti affetto da una complessa sindrome psicopatologica....si conclude che gli deve essere riconosciuto il vizio parziale di mente.
Due ergastoli trasformati in 30 anni di carcere.
Alcuni stralci dell'interrogatorio a Chiatti nel giorno del suo arresto:

"Era la mattina di sabato sette agosto, io ero a Casale nella mia villetta da circa una settimana per trascorrervi le ferie. Conoscevo Lorenzo perché insieme avevamo giocato a pallavolo e a carte al centro di don Luigi, il prete. Lorenzo era già venuto altre volte a casa mia a vedere la televisione e quella mattina ci siamo messi a giocare alla carta più alta. Lui vinceva sempre e mi prendeva in giro, io subito non mi sono offeso, poi però ha cominciato a sfottermi e io non ho capito più niente.
Gli ho dapprima messo una mano sulla bocca, poi con un forchettone da cucina l'ho colpito al collo più di una volta. Lui ha cominciato a lottare e a un certo punto mi diceva: "Non lo fare, ti prego, non lo fare". Ma io non capivo più niente, lui non voleva saperne di morire e io ho continuato a colpire con forza fino a quando non ho sentito come una specie di sibilo e lui si è accasciato ai miei piedi, morto.
Il sangue era schizzato dappertutto e io ho successivamente pulito con degli stracci. A quel punto dovevo portare via il corpo dalla mia abitazione perché il pomeriggio sarebbero arrivati i miei genitori, allora ho preso il corpo di Lorenzo e l'ho gettato dalla finestra posteriore per poterlo trascinare sotto l'albero di noce, lì l'ho nascosto alla meglio. Poi sono tornato in casa, mi sono cambiato gli abiti sporchi e mi sono messo a pulire il sangue che aveva imbrattato la casa.
Ho messo i miei abiti in un sacchetto di plastica con l'intenzione di gettarlo via quando me ne fossi tornato a Foligno. Non sono tornato subito a Foligno per non destare sospetti. Quando sono cominciate le ricerche io avevo già messo le buste con gli abiti sporchi nella mia auto, una Y10, così ad un certo punto fingendo di partecipare alle ricerche sono passato dinanzi al bidone dell'immondizia di Sassovivo e vi ho gettato dentro i miei abiti. La foto del bambino Simone Allegretti l'avevo in casa mia perché volevo immedesimarmi nei panni del suo assassino, ma io di quella storia non so assolutamente nulla".
Gli inquirenti lo guardano, il silenzio è agghiacciante, il magistrato si asciuga il sudore che la tensione nervosa fa colare e poi, reprimendo l'impulso a urlare di rabbia e di dolore: "Perché?", chiede quasi con un filo di voce, come se conoscere il movente, un qualsiasi movente possa rendere meno sconvolgente la vicenda. "Perché lo hai ucciso?". Luigi Chiatti guarda nel vuoto, gli investigatori trattengono il respiro, la risposta potrebbe arrivare come una mazzata e rendere chiaro anche il perché dell'altro omicidio. "Non lo so... non so perché l'ho fatto... vinceva sempre lui a carte".

Luigi Chiatti trascorre la prima notte in carcere,poi racconta di Simone Allegretti:
"Ho fatto salire sulla mia auto il bambino con la scusa di farlo guidare, poi l'ho portato a casa mia a Foligno, la casa era vuota, i miei genitori erano a una gita, e lì l'ho colpito più volte con un coltellino, ma senza finirlo. L'ho quindi caricato di nuovo sulla mia auto e mi sono recato a Casale nella mia villetta. Lì gli ho dato l'ultimo colpo, quello mortale. Poi ho gettato il coltellino in un tombino (gli inquirenti lo hanno ritrovato dopo la confessione), ho spogliato il bambino e l'ho gettato in una discarica.Ho ucciso Simone e Lorenzo perché uccidevo me stesso da bambino, la mia infanzia infelice."

Nel 2004 e nel 2006, il 38enne Luigi Chiatti, senza assistenza legale, ha presentato personalmente una domanda per ottenere un permesso premio. Domanda che è stata puntualmente respinta dal Tribunale di Firenze.

Adesso la mia domanda è questa:
"si può mettere un MOSTRO in libertà,di nuovo tra la gente NORMALE,tra i BAMBINI?"
"come possono delle PERSONE che costituiscono una Corte,capovolgere un verdetto di doppio ergastolo con un'irrisoria e paradossale condanna a solo 30 anni di carcere?"
"la nostra vita e soprattutto la vita di innocenti che prezzo ha?Quanto vale?"

La mia conclusione è amara...la nostra vita per la giustizia italiana non vale nulla,siamo solo numeri...uno in più,uno in meno che passeggiano per le strade dell'Italia,che differenza volete che faccia!
Lu

La principessa sul pisello

Mettetevi comodi e leggete,ecco la prima favola.
Tratta dal libro Fiabe di Andersen
"La principessa sul pisello"



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C'era una volta un principe che voleva avere per sè una principessa,ma doveva essere una vera principessa.
Perciò viaggiò per tutto il mondo per trovarne una,ma ogni volta c'era qualcosa di strano:di principesse c'erano molte,ma non poteva mai essere certo che fossero vere principesse;infatti sempre qualcosa andava storto.Così se ne tornò a casa e era veramente molto triste,perchè desiderava di cuore trovare una vera principessa.
Una sera c'era un tempo pessimo,lampeggiava e tuonava,la pioggia scrosciava,che cosa terribile!Bussarono alla porta della città e il vecchio re andò ad aprire.
C'era una principessa lì fuori.Ma come era conciata con quella pioggia e quel brutto tempo!L'acqua le scorreva lungo i capelli e gli abiti e le entrava nelle scarpe dalla punta e le usciva dai tacchi;eppure sosteneva di essere una vera principessa.
"Adesso lo scopriremo!"pensò la vecchia regina,ma non disse nulla,andò nella camera da letto,tolse tutte le coperte e mise sul fondo del letto un pisello su cui mise 20 materassi e 20 piumini.
Lì doveva passare la notte la principessa.
Il mattino successivo le chiesero come avesse dormito.
"Oh,terribilmente male"disse la principessa"non ho quasi chiuso occhio tutta la notte.Dio solo sa,che cosa c'era nel letto!Ero sdraiata su qualcosa di duro,e ora sono tutta un livido.E' terribile!"
Così poterono constatare che era una vera principessa,perchè attraverso i 20 materassi e i 20 piumini aveva sentito il pisello.Nessuno poteva essere così sensibile se non una vera principessa!Il principe la prese in sposa perchè ora sapeva di aver trovato una vera principessa,e il pisello fu messo nella galleria d'arte,dove ancora oggi si può ammirare,se nessuno l'ha preso.
Bada bene,questa è una storia vera!

Se vi è piaciuta,la prossima volta ne racconterò un'altra...non so quando...ma ci sarà!
Lu

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